Un anno e mezzo è passato dall’inizio ufficioso della pandemia Covid-19. Sembra notizia di ieri quando iniziarono a circolare le prime informazioni sugli strani aumenti di infezioni respiratorie. Dapprima in Cina e via via nel resto del mondo.
Ebbene cosa è successo esattamente da allora sui mercati finanziari e su quello delle criptovalute? Dopo una prima fase di incertezza e di incredulità degli operatori e con il mercato inchiodato sui massimi, arrivò lo sciacquone.
Il future del Nasdaq da un top di 9763 passò repentinamente ad un minimo di 6628,75 arrivando a perdere oltre il 40% dai massimi relativi di allora. Contemporaneamente il Bitcoin, allora nei pressi della famigerata soglia dei 10.000 dollari, perse oltre il 50% del proprio valore. Ciò che fu più scioccante di tutto però, fu vedere il future sul petrolio chiudere a -40,32 dollari nel mese di aprile 2020. Insomma, una carneficina, soprattutto per chi era abituato a lavorare a leva. Fu proprio la chiusura forzata di posizioni in margin call ad amplificare la trasmissione della caduta sui diversi asset.
A differenza delle altre crisi però, questa volta, l’intervento delle banche centrali fu rapido, coordinato e deciso. La quantità di denaro pompata nel sistema fu talmente massiccia da bloccare prontamente la speculazione al ribasso ed innescare una ripresa a “V” tanto vertiginosa da far impallidire molti trader. Se a ciò aggiungiamo il massiccio intervento fiscale dei governi ecco che si intuiva la ricetta esplosiva per creare una bolla speculativa come non si vedeva da tempo.
La direzione della quasi totalità degli asset era una sola, in salita. Bisognava tappare il naso e comprare a mani basse. Chi lo fece ancora oggi stenta a credere alla rapidità con cui vide moltiplicare il valore dei propri investimenti. Il petrolio è tornato sopra i 70, il Nasdaq a 14.000 ed il bitcoin all’incredibile cifra di 60.000 per poi ripiegare ed assestarsi intorno ai 40.000 dollari.
Tutto è bene quel che finisce bene direbbe il saggio. Eppure se sui mercati finanziari abbiamo assistito ad un vero e proprio boom stile anni 2000, l’economia reale e lo stato sociale hanno subito un duro colpo le cui conseguenze potrebbero durare anni. Da un lato le vittime della pandemia, dall’altro le chiusure forzate delle attività economiche e produttive di tutti i paesi del mondo.
Sullo sfondo una via di uscita: i vaccini. Realizzati in tempi record con nuove tecnologie. Nonostante gli scandali, gli accordi presi sottobanco e le rivalità geopolitiche si sta pian piano allargando la platea degli immunizzati, sempre più vicini alla famigerata immunità di gregge. Nell’ombra rimangono ancora le cause che hanno portato all’insorgere della pandemia e che oggi pongono l’accento sulla rivalità tra Cina e Stati Uniti d’America che si contendono il predominio globale degli anni a venire.
Detto ciò, l’investitore saggio si chiede cosa fare alla luce di tutto ciò. Ora che sembra più vicino il ritorno alla normalità conviene ancora investire il proprio denaro sui mercati o in un mondo che ragiona alla rovescia si deve pensare al contrario? L’inflazione come da attese è iniziata a risalire ma le banche centrali rassicurano che si tratta di un fenomeno transitorio ed allontanano per ora lo spettro di un rialzo dei tassi di interesse.
Si avvicina l’estate e le famigerate vacanze tanto agognate in un anno e mezzo di lockdown e molti trader e investitori fanno a gara per accaparrarsi un soggiorno nei posti più esclusivi e gettonati per spendere parte dei soldi guadagnati in un mercato al limite dell’assurdità. Ma attenzione, il denaro non dorme mai e non va in vacanza, in attesa impaziente di prendere una direzione. Sarà la volta del ribasso o continuerà la corsa rialzista? Sicuramente il ruolo delle banche centrali e dell’inflazione sarà un elemento decisivo, ma non solo. Ai posteri l’ardua sentenza.
Per aspera ad astra
Dott. Alessandro Mastropaolo
giornalista, trader e investitore
Se ti è piaciuto l'articolo sostieni il progetto con una donazione.
"Tutte le informazioni pubblicate su questa pagina e sul sito www.finanzasmart.it non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento. Le informazioni presenti sono pubblicate a titolo di esempio generale e costituiscono la personale visione degli autori. Le decisioni che ne dovessero derivare sono assunte in piena autonomia ed a rischio dell’utente. Finanza Smart e i suoi autori non possono garantire nessun risultato certo legato alle informazioni pubblicate e non si assumono nessuna responsabilità riguardo l’esattezza delle stesse e/o riguardo l'esito delle operazioni finanziarie eventualmente eseguite dall’utente."